Nel 200 a.c. fu sotto il dominio dei romani ed infatti in alcune zone del territorio è possibile vedere dei resti del loro passaggio.
Appartenuta fin dall’età rinascimentale ai territori del principato di Masserano, venne assediata e messa a ferro e fuoco sia dalle milizie spagnole che da quelle francesi del conte Brissac (XVI secolo), durante le rispettive discese in Italia. Ottenuta l’indipendenza, nel XVIII secolo, dai principi di Masserano, fu infeudata ai Savoia nel 1742.
Poi ci fu un susseguirsi di proprietari terrieri: il Comitato di Vercelli, lo Sato Pontificio, i Savoia, i Francesi dove si incomincia a trovare degli scritti in quanto viene istituita la “Comune di Brusnengo e Gabella” nel dipartimento del Sesia. Dalla prima metà del 1800 ritorna a far parte del Regno di Sardegna e da lì la sua storia è la storia dell’Italia.
Nei tempi remoti la vastissima diocesi di Vercelli era divisa in pievi. Da queste dipendevano le chiese minori nelle quali risiedeva un sacerdote per celebrare la Messa, insegnare il catechismo ed amministrare i sacramenti, eccetto il battesimo che era assegnato alle pievi.
I primi abitanti di Brusnengo, dopo aver costruito le proprie case sul crinale del colle, dal Forte a Valle, avevano certamente costruito anche una chiesa che dipendeva da una pieve.
Probabilmente la chiesa di Brusnengo dipendeva dalla pieve di Cossato.
La chiesa di Valle fu costruita da persone devote della Madonna. La devozione della Madonna è una caratteristica nota ereditaria di molte chiesi derivanti da una matrice dedicata alla Vergine.
Col passare degli anni aumentò la partecipazione dei fedeli e la devozione alla Madonna. La chiesetta primitiva, ormai troppo angusta, fu demolita e sostituita con un’altra più spaziosa, così verosimilmente possiamo supporre., non essendoci a riguardo dati precisi.
Nel 1661 si legge che il vescovo di Vercelli visitò l’oratorio di nuova costruzione dedicato alla Natività della Beata vergine Maria.